giovedì 31 gennaio 2019

#unamostraperricordare








Noi alunni di I B, lavorando in gruppo, abbiamo realizzato, per la mostra sulla Shoah, 4 cartelloni.
Nel primo cartellone abbiamo riportato delle immagini del campo di concentramento di Terezin con la famosa scritta “Arbeit macht frei” ovvero “Il lavoro rende liberi” che sintetizza in modo beffardo le menzogne dei campi di concentramento. Nelle altre due immagini abbiamo riportato com’è Terezin oggi: vi sono due campi di rose, uno con una grande Stella di Davide, simbolo degli ebrei, e l'altro con una alta Croce di legno in mezzo ad un numero totale di poco più di 2000 tombe.
Nel secondo cartellone abbiamo raccontato il terribile inganno di Terezin: il campo fu ispezionato da due delegati svizzeri della Croce Rossa Internazionale e due rappresentanti del governo Danese. Si cominciava a parlare degli orrori dei campi di concentramento, e in particolare il governo danese premeva per conoscere le condizioni dei 466 ebrei danesi deportati a Terezín nell’ottobre del 1943. I tedeschi non poterono rifiutare la visita perché avrebbero destato forti sospetti. Così i nazisti cominciarono ampi miglioramenti del ghetto in preparazione della visita della Croce Rossa: furono aperti dei negozi, perfino un caffè, costruiti un parco giochi per bambini, un auditorium per la musica, piantati alberi e fiori. Insomma prepararono una grande messinscena.
Nel terzo cartellone abbiamo spiegato perché Terezin era detto il campo dei bambini e degli anziani. La ragione della presenza va trovata nel fatto che in questo luogo furono internate intere comunità, composte da ebrei di entrambi i sessi e di tutte le età. Ogni gruppo di bambini viveva in una stanza (chiamata Heim, cioè casa) che costituiva una specie di unità sociale separata. I piccoli erano educati all’autonomia. Gli anziani ebrei invece erano presenti perchè furono imbrogliati dai nazisti, che avevano promesso loro un tranquillo soggiorno presso le terme di Terezín.
Nel quarto e ultimo cartellone infine abbiamo riportato una poesia che ci ha molto commosso. La poesia intitolata “Nostalgia della casa”, è stata scritta da un bambino di Terezin, il cui unico desiderio era di poter tornare un giorno nella sua piccola casa.
                                                         Gli alunni di I B

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