Noi alunni di I B, lavorando in gruppo, abbiamo
realizzato, per la mostra sulla Shoah, 4 cartelloni.
Nel primo cartellone abbiamo riportato
delle immagini del campo di concentramento di Terezin con la famosa scritta
“Arbeit macht frei” ovvero “Il lavoro rende liberi” che sintetizza in modo
beffardo le menzogne dei campi di concentramento. Nelle altre due immagini
abbiamo riportato com’è Terezin oggi: vi sono due campi di rose, uno con una
grande Stella di Davide, simbolo degli ebrei, e l'altro con una alta Croce di
legno in mezzo ad un numero totale di poco più di 2000 tombe.
Nel secondo cartellone abbiamo raccontato
il terribile inganno di Terezin: il campo fu ispezionato da due delegati
svizzeri della Croce Rossa Internazionale e due rappresentanti del governo
Danese. Si cominciava a parlare degli orrori dei campi di concentramento, e in
particolare il governo danese premeva per conoscere le condizioni dei 466 ebrei
danesi deportati a Terezín nell’ottobre del 1943. I tedeschi non poterono
rifiutare la visita perché avrebbero destato forti sospetti. Così i nazisti
cominciarono ampi miglioramenti del ghetto in preparazione della visita della
Croce Rossa: furono aperti dei negozi, perfino un caffè, costruiti un parco
giochi per bambini, un auditorium per la musica, piantati alberi e fiori.
Insomma prepararono una grande messinscena.
Nel terzo cartellone abbiamo spiegato
perché Terezin era detto il campo dei bambini e degli anziani. La ragione della
presenza va trovata nel fatto che in questo luogo furono internate intere
comunità, composte da ebrei di entrambi i sessi e di tutte le età. Ogni gruppo
di bambini viveva in una stanza (chiamata Heim, cioè casa) che costituiva una
specie di unità sociale separata. I piccoli erano educati all’autonomia. Gli
anziani ebrei invece erano presenti perchè furono imbrogliati dai nazisti, che
avevano promesso loro un tranquillo soggiorno presso le terme di Terezín.
Nel quarto e ultimo cartellone infine
abbiamo riportato una poesia che ci ha molto commosso. La poesia intitolata
“Nostalgia della casa”, è stata scritta da un bambino di Terezin, il cui unico
desiderio era di poter tornare un giorno nella sua piccola casa.
Gli alunni di I B
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