Stiamo perdendo l’abitudine di osservare e di concentrarci
su quanto guardiamo. Tutti noi ci limitiamo a vedere
senza guardare, oppure a guardare senza
vedere. Ma vedere e guardare non hanno lo stesso significato perché “vedere” è l’azione di percepire con gli occhi e di
distinguere una cosa, “guardare” invece vuol
dire vedere qualcosa che ci interessa e, magari iniziare a comprenderla. Ma
quante volte vediamo cose o persone, senza riuscire a descriverle con
precisione perché in realtà non le abbiamo osservate? Abbiamo visto
senza guardare. E quante
volte ci concentriamo fortemente su una cosa o una persona, senza però riuscire
a percepirla, distratti da altri pensieri che abbiamo in mente? E quante
volte viene comodo “chiudere gli occhi” per
evitare di vedere e guardare quello che non ci piace? Se non
percepiamo e non guardiamo la mafia, stiamo
decidendo di chiudere gli occhi di fronte a un’onda mortale che negli ultimi
decenni ha cambiato forma e aspetto: il nemico che storicamente inquinava casa
nostra e che ha invaso altre nazioni e continenti, è stato affiancato da altri pericolosi nemici provenienti da ogni parte
del mondo. Il mafioso di
oggi è globalizzato, multietnico e multi
specialistico, prima si vestiva da mafioso, oggi si nasconde. La mafia oggi è forse meno
visibile, ma tanto forte da negare il nostro
presente ed oscurare il nostro futuro. Ricominciare
a vedere e guardare contemporaneamente, forse ci consentirebbe di capire meglio noi stessi e di iniziare ad
impicciarci dei fatti mafiosi. Le mafie si nascondono per appestare le nostre
vite senza farsi vedere, ma noi apriamo gli occhi, cerchiamole, vediamole,
guardiamole e capiamole…Facciamoci i fatti loro! Anita Arrichiello III F
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