venerdì 22 novembre 2019

Facciamoci i fatti loro




Stiamo perdendo l’abitudine di osservare e di concentrarci su quanto guardiamo. Tutti noi ci limitiamo a vedere senza guardare, oppure a guardare senza vedere. Ma vedere e guardare non hanno lo stesso significato perché “vedere” è l’azione di percepire con gli occhi e di distinguere una cosa, “guardare” invece vuol dire vedere qualcosa che ci interessa e, magari iniziare a comprenderla. Ma quante volte vediamo cose o persone, senza riuscire a descriverle con precisione perché in realtà non le abbiamo osservate? Abbiamo visto senza guardare. E quante volte ci concentriamo fortemente su una cosa o una persona, senza però riuscire a percepirla, distratti da altri pensieri che abbiamo in mente? E quante volte viene comodo “chiudere gli occhi” per evitare di vedere e guardare quello che non ci piace? Se non percepiamo e non guardiamo la mafia, stiamo decidendo di chiudere gli occhi di fronte a un’onda mortale che negli ultimi decenni ha cambiato forma e aspetto: il nemico che storicamente inquinava casa nostra e che ha invaso altre nazioni e continenti, è stato affiancato da altri pericolosi nemici provenienti da ogni parte del mondo. Il mafioso di oggi è globalizzato, multietnico e multi specialistico, prima si vestiva da mafioso, oggi si nasconde. La mafia oggi è forse meno visibile, ma tanto forte da negare il nostro presente ed oscurare il nostro futuro. Ricominciare a vedere e guardare contemporaneamente, forse ci consentirebbe di capire meglio noi stessi e di iniziare ad impicciarci dei fatti mafiosi. Le mafie si nascondono per appestare le nostre vite senza farsi vedere, ma noi apriamo gli occhi, cerchiamole, vediamole, guardiamole e capiamoleFacciamoci i fatti loro!                                           Anita Arrichiello III F

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